mercoledì 19 ottobre 2011

Il primo istinto vegano



Spesso le cose accadono semplicemente perché devono accadere. Forse è scritto nel destino o forse, quella che io chiamo "la voce dell'istinto primordiale", si mette ad urlare così forte nella tua testa, che ti risulta difficile fingere di non sentirla. Ma cos'é questo istinto primordiale? Un' Entità? Una forza occulta? Sinergie casuali che si intrecciano fra loro? No, niente di tutto questo. L'"Istinto primordiale", non siamo altro che Noi Stessi, nel nocciolo più puro e granitico della nostra interiorità, prima di venire intaccati dai limiti e dai comuni mal-costumi della società in cui viviamo. Come è possibile che un bambino rifiuti di bere latte quando ha mal di pancia? O che non abbia una particolare predilezione verso la pasta, quando (e di solito si copre dopo diverso tempo) ha una predisposizione alla celiachia? La risposta è la medesima: Istinto.

E fu proprio questo Istinto che verso i 15 anni, mi fece provare un moto di disgusto davanti ad un piatto di carne. Come molti bambini nati nel nord Italia, sono cresciuta a fettine di fesa di vitello cotte nel burro e salvia. Quel giorno, però, accadde qualcosa. Era una giornata estiva, una bella giornata. Avevo trascorso la mattina in spiaggia, tuffandomi nel mare della Liguria, nuotando e ridendo con le amiche. Quando mi sedetti a tavola, avevo ancora il prendisole bagnato e ciocche di capelli che mi sgocciolavano sulla fronte. Carne. Carne nel piatto. Cos'era esattamente quella bella fettina dorata? Fu proprio il mio Istinto che mi rispose e lo fece nel modo più brusco e schietto possibile. Un pezzo di cadavere! Presumibilmente smembrato da un animale almeno un paio di giorni prima (e quindi, già in stato di putrefazione). Nella mia testa vidi scorrere fotogrammi degni di un film horror, vidi il vitellino strappato alla sua mamma, sentii in modo empatico il suo terrore e il suo dolore lacerante quando - purtroppo - capì cosa sarebbe accaduto da lì a poco: la fine della sua brevissima vita. Con quelle immagini proiettate sopra quel piatto di carne, il mio Istinto mi fece capire che quello che facevo e avevo fatto per anni - mangiare carcasse di animali massacrati con la leggerezza di un macabro gioco-, non aveva mai fatto parte del mio "nocciolo interiore". Semplicemente avevo sempre finto, forse per convenzione sociale, che non fosse così.




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